martedì 10 giugno 2008

Una vita guadagnata o una vita persa

Sono giorni ormai che mi arrovello su questa domanda. Il dibattito è tra una parte di me, che chiameremo A, e l'altra parte, che chiameremo B.
A sostiene che, nel momento in cui la vita sembra ti sia per essere tolta, ed interviene un caso, una mano divina o comunque esterna alla tua facoltà di scelta e la vita ti viene restituita quasi uguale a prima, questa vita è nuova, è regalata, e bisogna essere felici e grati a Dio.
Dall'altra parte B sostiene che non è chiaro se effettivamente stava per essere tolta e quindi se effettivamente è stata restituita, che l'unica cosa certa è che ci sono state delle perdite, salute, moto, soldi, tempo, conoscenza, opportunità, buonumore.

Io non (mi) ricordo molto bene. Ho frammenti di memoria, immagini, sensazioni e un sogno, l'elemento più reale di tutta questa storia.
Mi hanno raccontato di essere volato sul cofano e poi di aver preso in faccia un muretto.

A questo è facile credere. Mi fa ancora male quando mi soffio il naso ed ho avuto per un paio di giorni labbra carnose come quelle di Alba Parietti.
Resta ancora un mistero cosa sia successo alla gamba sinistra, ma perdura ancora l'effetto "gambadilegno" che non mi fa dormire la notte.
Eppure sei qui, dice A, e riesci a lamentarti come riesci anche a godere del cielo, come quello della lenta domenica di luce appena passata.
Vero, risponde B, se non fosse che tutto quel gusto è rovinato dalla fatica, dal dolore e dal rimpianto.
Poi A e B sprofondano in uno sproloquio volgare e infine se le danno di santa ragione, mantenendo ognuno le proprie posizioni.


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