martedì 17 maggio 2011

Lo sperimentatore: una storiella

Ci sono Luisa e Antonia
Entrambe portano da mangiare agli ammalati in ospedale, e hanno qualche margine di personalizzazione del cibo che portano, hanno una passione sviscerata per la cioccolata e hanno scelto questo lavoro anche perché possono aiutare gli altri.

Luisa non presta molta attenzione a quello che mangia, lo fa in fretta per avere più tempo, e, per quanto riguarda la cioccolata, si dice sempre che lunedì si metterà a dieta; qualche volta lo fa, ma solo per qualche giorno. Poi continua a ingozzarsi.
Porta il cibo agli ammalati così com'è, meccanicamente.
Quando qualcuno le chiede un po' di cioccolata, risponde di no, perché fa male.
Si aspetta sempre e comunque riconoscenza dai pazienti ma non sempre è così,
e il suo umore va di conseguenza, su e giù.
Alla fine della giornata è sempre molto stanca e spesso si chiede se ha senso preoccuparsi per gli altri, si dice che, alla fine dei conti, è solo un lavoro.

Antonia dedica una certa attenzione a quello che mangia.
Si informa su come mangiare in modo salutare e le piace essere creativa e prepararsi dei piatti saporiti, anche solo per sè stessa.
Varia spesso dieta per verificare su di sè se alcuni alimenti la fanno stare meglio.
Per quanto riguarda la cioccolata cerca di capire se c'è una ragione dietro la sua passione per essa, segue dei corsi e modifica il suo modo di mangiare la cioccolata, ne mangia di meno e la gusta molto di più.
Al lavoro prova ad applicare quello che ha imparato sul cibo personalizzando i piatti per quello che può.
Condivide i suoi sforzi con il cuoco e con i pazienti trasmettendo curiosità ed entusiasmo.
Molti dei pazienti si sentono meglio quando sanno che è lei a portare il cibo e quando qualcuno le chiede della cioccolata lei, se sa che è possibile, porta un piccolo pezzetto e spiega come assaporarne tutto il gusto.
Non tutti esprimono riconoscenza ad Antonia ma lei capisce che una persona concentrata sulla sua sofferenza fa fatica ad esprimere gratitudine.
Non importa cosa pensano gli altri, lei sa che ha fatto del suo meglio.
Alla fine della giornata è stanca ma ancora carica di energia.
Prepara dell'ottimo cibo per lei o per i suoi amici e pensa a cosa sperimenterà domani.

Ma la storia continua.

Uno dei pazienti conquistato dalla passione di Antonia per il cibo possiede un ristorante.
Le propone di andare a lavorare da lui e lei accetta, sente che questa proposta la carica di energia, non si fa prendere dal senso di colpa di quelli che gli dicono "ma come, abbandoni i pazienti ?" e investe le sue energie in questa nuova avventura.
Inizialmente il proprietario non è soddisfatto. Gli ingredienti che Antonia chiede sono più sani ma più costosi.
Antonia entra in crisi. Riflette e comunica al proprietario che è proprio questo suo modo di cucinare che lo ha conquistato.
Antonia comincia a creare nuovi, saporiti, sani piatti e ogni volta ne condivide le caratteristiche con il proprietario e i camerieri, che a loro volta lo condividono con i clienti, i quali cominciano a venire sempre più spesso.
Il ristorante ha un grande successo e Antonia sposa il proprietario.

Ma la storia continua.

Dopo un paio d'anni Antonia è davvero soddisfatta di quello che ha imparato dagli altri cuochi, e di come ha espresso la sua creatività, ma sente che le manca il rapporto con i pazienti.
Contatta l'ospedale che le propone non solo di riprendere il suo posto, ma anche qualche responsabilità nella gestione della cucina.
Il marito però gli dice "ma come, adesso che va tutto così bene, torni indietro e mi metti in difficoltà?"
Non solo, tornando a lavorare in ospedale, Antonia non riscontra i successi che si aspettava,
si sente infelice ed entra in crisi.
Antonia rifletterà. Forse il successo che ha avuto le ha fatto perdere l'umiltà,
e si aspetta come dovuto lo stesso successo in ospedale ?
Forse si aspetta che tutti abbiano un opinione eccezionale di lei ?
Non lo sappiamo ma sono convinto che troverà la soluzione migliore per sè stessa e per gli altri.

Quali sono, a mio parere, i punti di forza di Antonia ?

1. Cerca il suo Bene:
Cerca di fare ciò che è bene per lei, di nutrirsi in modo intelligente, sano e piacevole. Cerca di capire cosa è Bene per lei in ogni aspetto della sua vita.

2. Si ascolta, non si accontenta di quello che gli dicono gli altri.
Cerca informazioni ma poi sperimenta diverse soluzioni, è creativa
e cerca di capire cosa desta il suo entusiasmo, che cosa è veramente importante per lei,
che cosa veramente è il suo bene.

3. Comunica solo la sua esperienza, quindi qualcosa di vero, reale, sperimentato,
quindi ne può parlare con convinzione, entusiasmo e competenza e si tramuta in autentico bene per gli altri

4. Non si fa condizionare dal senso di colpa o dalla paura
Capisce che non sono buoni criteri per prendere decisioni
ma segue il proprio sentire generando l'energia e l'entusiasmo che la portano ad amare veramente gli altri

5. Accetta la crisi come momento di crescita.
Accetta di mettersi in gioco, accetta il fatto che nessuno è perfetto, che l'errore, l'imperfezione sono inevitabili ma possono essere un'occasione.
Posso usare questo momento per capire come migliorarmi o per giudicarmi e deprimermi, sta a me.

Naturalmente questa è soltanto una storiella che serve ad esprimere alcuni spunti di riflessione che mi sembrano interessanti.
Sperimentate gente, sperimentate.

mercoledì 10 marzo 2010

Frammenti

Nuvole nere imbrigliano docili raggi di sole. Ma l'azzurro arriverà, e cascata di luce all'orizzonte.


Odore di bucato nelle mani, luna che scivola lungo il torrente. Il cielo ad un passo, nel pensiero di un bacio.


Cotto di luna e chiaroscuri d'argento nelle righe del quadro. Vento. Zanne di lupo su foca monaca. Ride il barbagianni solitario.


Notte calda come febbre. Occorre notevole sangue freddo per poterla superare indenne. E dimenticare il giudizio, solo nuvole.


Rantolo di buio nel tunnel di luce. Aria cotta nel respiro, polmoni avidi di sguardi. Cracker. Silenzio. Vento sottile illumina il viso.


Bagliori d'anima nel silenzio. Stella mattutina in fondo al mare. Ala di pipistrello, baci d'odio, semi di cristallo nelle mani del vento.


Carapace in chiesa. Sabbia e fuoco nelle mani. Aria d'intesa e silenzio. Silenzio. Chiara Luce è con noi.

Felicità

Il libro di tutte le cose
Ho una storia da raccontare anzi, da scrivere.
E' solo una piccola storia, semplice, con un unico bel conflitto. Parla di un ragazzo che cerca di essere felice.

Forse non interessa a nessuno, ma interessa a me. E' la mia storia.


C'è anche un'altra storia che forse gli assomiglia, o gli assomiglierà. Magari. Perché il libro di tutte le cose è una storia poetica, emozionante, piacevole.



Per quanto mi riguarda, non so dire come andrà a finire.
Credo però che sarebbe meglio essere meno preoccupato, sedermi su una panchina in una giornata di sole, fiutare il vento e chiudere gli occhi.
Qualcosa succederà.

mercoledì 10 febbraio 2010

Tenerezza

Klimt - Le tre età della donna
Qualche giorno fa, mentre sistemavo i miei pigiami, ho avuto un momento di tenerezza, perché ho pensato che dentro quello che avevo in mano ci avevi dormito tu.
Per un momento ho visto la mia bambina che dormiva sotto le coperte e doveva fare davvero freddo, perché era tutta rannicchiata e aveva il mio pigiama addosso.
E allora grazie a questo vecchio pigiama, grazie a te, che tanto ho amato e amo ancora.
Grazie a questo cuore, che batte e vive.
Grazie a Dio, che è la Tenerezza stessa.

sabato 7 novembre 2009

L'uomo dello Spirito

Il vento soffia dove vuole, ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va. Così chiunque è nato dallo Spirito. Gv 3,8
Prima caratteristica di chi vive nello Spirito è l'autonomia. Lo Spirito si muove dove vuole, e non secondo le esigenze della mente e delle convenzioni umane. Autonomia tale da poter vivere in un deserto da solo. Autonomia dai legami obbliganti del sangue, del casaro, del passato, delle culture, delle paure.

Quando Dio chiama i suoi uomini a servire il suo popolo chiede sempre loro potature potenti, chiede di lasciare padre e madre, terra, casa, paese, ricordi, sicurezze umane. Dio chiama ed educa all'autonomia attraverso il deserto, solitudini, prove, fughe, lunghi viaggi.

Quando un uomo è capace di affrontare da solo e in profonda intimità il suo rapporto con Dio, quando è capace di affrontare da solo la solitudine, la paura, la fame, il freddo, il viaggio, la tentazione, allora è pronto.
L'uomo dello spirito è percettivo, è sensibilissimo alla voce di Dio, è intimo a sè stesso. Questa percettività rende l'uomo dello spirito non violento, intelligente e umile, ma al tempo stesso indeformabile e duro come la pietra.

Ma non sai dire da dove viene e dove va. L'uomo dello spirito è il figlio del presente, non ha un passato che lo lega, non ha un futuro che lo angoscia. Le tracce dell'uomo dello spirito sono coniugate e visibili al presente. Non sai da dove viene, non sai dove va, è imprevedibile e in quanto tale incontrollabile.

Il Padre desidera essere amato anche nella verità, nella verità delle azioni, coerenti alla parola di Dio, cioè nell'interdipendenza.

L'interdipendenza, questa è la seconda caratteristica dell'uomo dello spirito.
Il Padre desidera essere amato nella verità di te stesso e non di quello che ti hanno costruito addosso gli altri in tanti anni di condizionamenti, nella verità delle tue azioni di giustizia e solidarietà. Nella verità delle tue azioni di perdono e non-violenza. Il Padre desidera essere amato nella verità dei fatti e non delle chiacchiere. Fatti, azioni, scelte che aderiscano realmente alla verità della parola di Gesù e del messaggio del vangelo.

L'uomo dello spirito è autonomo, ma al tempo stesso capace di verità nell'interdipendenza della collaborazione, della condivisione, della comunità, della relazione. E' percettivo riguardo i segni dei tempi, è collegato al suo tempo, attento agli spazi e alla libertà altrui, concentrato sulla voce di aiuto dei suoi fratelli.

Autonomi e interdipendenti, così Dio vuole i suoi figli, adoratori dell'Assoluto. Di questi uomini Dio è desiderante, di questi amanti Dio attende l'amore.

Gesù dice: "Credimi: viene il momento in cui l'adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un'ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio. Dio è Spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio".

da "Tutti Ti Cercano" di Paolo Spoladore pag. 327-329

mercoledì 28 ottobre 2009

Coincidenze (Stefano Benni)

C'erano nell'ordine una città, un ponte bianco e una sera piovosa. Da un lato del ponte avanzava un uomo con ombrello e cappotto. Dall'altro una donna con cappotto e ombrello. Esattamente al centro del ponte, là dove due leoni di pietra si guardavano in faccia da centocintuant'anni, l'uomo e la donna si fermarono, guardandosi a loro volta. Poi l'uomo parlò:

-Gentile signorina, pur non conoscendola, mi permetto di rivolgerle la parola per segnalarle una strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio, è la quindicesima volta che ci incontriamo esattamente in questo punto.
-Non sbaglia, cortese signore. Oggi è la quindicesima volta.
-Mi consenta inoltre di farle presente che ogni volta abbiamo sottobraccio un libro dello stesso autore.
-Sì, me ne sono resa conto: è il mio autore preferito, e anche il suo, presumo.
-Proprio così. Inoltre, se mi permette, ogni volta che lei mi incontra, arrossisce violentemente, e per qualche strana coincidenza, la stessa cosa succede anche a me.
-Avevo notato anch'io questa bizzarria. Potrei aggiungere che lei accenna un lieve sorriso e sorprendentemente, anch'io faccio lo stesso.
-E' davvero incredibile: in più, ogni volta ho l'impressione che il mio cuore batta più in fretta.
-E' davvero singolare, signore, è così anche per me, e inoltre mi tremano le mani.
-E' una serie di coincidenze davvero fuori dal comune. Aggiungerò poi che, dopo averla incontrata, io provo per alcune ore una sensazione strana e piacevole...
-Forse la sensazione di non aver peso, di camminare su una nuvola e di vedere le cose di un colore più vivido?
-Lei ha esattamente descritto il mio stato d'animo. E in questo stato d'animo, io mi metto a fantasticare...
-Un'altra coincidenza! Anch'io sogno che lei è a un passo da me, proprio in questo punto del ponte, e prende le mie mani tra le sue...
-Esattamente. In quel preciso momento dal fiume si sente suonare la sirena di quel battello che chiamano "il battello dell'amore".
-La sua fantasia è incredibilmente uguale alla mia! Nella mia, dopo quel suono un pò melanconico, non so perchè, io poso la testa sulla sua spalla.
-E io le accarezzo i capelli. Nel fare questo, mi cade l'ombrello. Mi chino a raccoglierlo, lei pure e...
-E trovandoci improvvisamente viso contro viso ci scambiamo un lungo bacio appassionato, e intanto passa un uomo in bicicletta e dice...
-...Beati voi, beati voi...
Tacquero. Gli occhi del signore brillavano, lo stesso fecero quelli della signorina. In lontananza, si udiva la melanconica sirena di un battello che si avvicinava. Poi lui disse:
-Io credo, signorina, che una serie così impressionante di coincidenze non sia casuale.
-Non lo credo neanch'io, signore.
-Voglio dire, qua non si tratta di un particolare, ma di una lunghissima sequenza di particolari. La ragione può essere una sola.
-Certo, non possono essercene altre.
-La ragione è - disse l'uomo sospirando - che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave.
-Proprio così - sospirò la signorina - bisognerebbe essere medium, o indovini, o forse cultori di qualche disciplina esoterica per riuscire a spiegare gli strani avvertimenti del destino che quotidianamente echeggiano nella nostra vita.
-In tutti i casi ciò che ci è accaduto è davvero singolare.
-Una serie di impressionanti coincidenze, impossibile negarlo.
-Forse un giorno ci sarà una scienza in grado di decifrare tutto questo. Intanto le chiedo scusa del disturbo.
-Nessun disturbo, anzi, è stato un piacere.
-La saluto, gentile signorina.
-La saluto, cortese signore.

E se ne andarono di buon passo, ognuno per la sua strada.

sabato 1 agosto 2009

E il vecchio Alex sorride

A guardarlo bene fa un po' ridere. E' proprio lui, con quel suo vecchio sorriso ebete.
Ma non aveva detto che non sarebbe più tornato sul ring ? E cos'ha da sorridere che continua a prenderle di santa ragione ?
Eh si.
Il vecchio Alex è tornato.
Sembra più fragile, più magro, anche inspiegabilmente più bello.
Va giù che è un piacere, ne prende davvero tante. Uno, a prima vista, direbbe che stavolta è impazzito, che si sta facendo massacrare inutilmente.
Osservando però con attenzione lo scorrere dei round, capisci che c'è qualcosa che non torna.
Ogni volta che cade, si rialza subito e sembra più forte di prima.
E sorride!
L'Altro, che è molto più forte, non capisce. Ha perso il suo ghigno beffardo e colpisce con tutta la sua rabbia, usa tutti i suoi trucchi.

E' un po' come il buon vecchio Rocky contro Ivan Drago, uno scontro impossibile.
Eppure da quel volto tumefatto, le palpebre ormai completamente chiuse, si distingue chiaramente il sorriso ebete del vecchio Alex, ogni volta che riceve un colpo troppo forte, ogni volta che ti aspetteresti di vederlo cadere giù e restarci secco.
E non capisci un tubo di come fa.

Come fa a non avere più bisogno di occhi per vedere, di mani per toccare, di gambe per rialzarsi e stare lì. Che cos'ha dentro che lo ha cambiato ?
E il vecchio Alex sorride.